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Dallo sport per la salute allo sport di prestazione

Sport per la salute: esercizi fisici eseguiti sistematicamente sotto forma di allenamento, consapevolmente diretti al consolidamento della salute.

Sport di prestazione: praticato con lo scopo di ottenere la massima prestazione personale. Obiettivo vincere e migliorare il proprio risultato. Allenamento che deve essere sistematico e con uno stile di vita idoneo per il raggiungimento dell’obiettivo. È ancora presente il piacere per il movimento e il gioco, però il risultato ha una sua importanza.

Sport di prestazione elevata: di altissimo livello e di vertice. Sport competitivo regionale, nazionale, internazionale con l’obiettivo del risultato massimo assoluto (record e successi internazionali). Organizzazione e stile di vita idoneo per il raggiungimento dell’ obiettivo. Professionismo.

Come si comincia: gradualità e continuità; quasi una riabilitazione (l’allenamento e i suoi principi).

APPRENDIMENTO: ogni esercizio, anche il più semplice necessita di un periodo più o meno lungo di “tirocinio” affinché il soggetto impari ad eseguirlo correttamente. Con la ripetizione sistematica del gesto migliora inoltre la sensibilità neuromuscolare.

PROGRESSIVITÀ: quantità di lavoro da svilupparsi in fase iniziale di approccio o ripresa di attività fisica, favorendo le doti di resistenza organica e potenziamento cardiocircolatorio e respiratorio, unitamente ad un’efficienza neuromuscolare generale al fine di ottenere una migliore condizione generale indispensabile al futuro lavoro di maggiore impegno e intensità.

GRADUALITÀ: qualità del lavoro che si svolge, ovvero la ricerca successiva di impegni che hanno lo scopo ben preciso di migliorare l’efficienza funzionale di specifiche regioni muscolari o apparati corporei che vengono maggiormente sollecitati nella esecuzione del gesto atletico.

CONTINUITÀ: l’allenamento deve svolgersi in continuità nel tempo eliminando periodi di riposo eccessivamente lunghi che creano i presupposti di “adattamento alla inattività” e quindi perdita del lavoro precedentemente svolto. Pertanto la frequenza degli allenamenti, anche in periodi di riduzione del lavoro, dovrà essere tale da garantire almeno il mantenimento di quanto acquisito.

VARIABILITÀ: l’allenamento sarà più redditizio e più facilmente gradito quando comprenderà una serie molteplice di attività ed esercizi studiati in forma e successione tale da evitare l’insorgere della noia e dell’affaticamento nervoso, fattori che riducono sensibilmente la capacità applicativa e l’interesse dell’atleta. La variazione degli esercizi e dei metodi evita anche la formazione di “barriere” ovvero impedimenti all’ulteriore sviluppo delle capacità motorie.

SISTEMATICITÀ: organizzazione razionale tra le sequenze di allenamento e la frequenza con cui vengono proposti certi tipi di esercitazioni.

CICLICITÀ: i carichi vanno organizzati in relazione ai diversi periodi programmati, pertanto devono avere le caratteristiche quantitative e qualitative proprie del ciclo di allenamento.

INDIVIDUALIZZAZIONE: da un iniziale programma generale applicabile a tutti si dovrà gradualmente passare alla ricerca di uno schema di allenamento “personalizzato” che tenga quindi conto delle peculiarità psichiche e fisiche dell’atleta e dei risultati da conseguire.

Il PROGRAMMA D’ALLENAMENTO è un progetto scritto cui deve seguire, necessariamente, un diario personale dove vengono registrati per ogni seduta, i dati quantitativi -> effettivamente espressi -> sensazioni.