Menu Chiudi

Nicoletta Aldecca “conquista” la Via del Sale

L’impresa dopo un’emorragia cerebrale. La 40enne di Santa Giuletta ha scritto un libro sulla sua odissea e fondato l’associazione “Walking in Oltrepo”.

Quando l’hanno trasportata d’urgenza all’ospedale San Matteo di Pavia, Nicoletta Aldecca era a un passo dalla morte. Colpita da emorragia cerebrale a 37 anni, rischiava di non farcela o di subire danni permanenti di entità imprevedibile. Invece, tre anni dopo quel terribile episodio, ha pubblicato il libro “La mia via del sale, nonostante tutto”, in cui racconta la sua esperienza lungo il celebre cammino, portato a termine dopo una lunga ed estenuante riabilitazione.

Il testo, disponibile solo durante le presentazioni (la prossima è in programma a Cava Manara, all’erboristeria di Via Gramsci, mentre la successiva sarà il 1 febbraio alla biblioteca di Santa Giuletta) è stato scritto per beneficienza, e il ricavato viene devoluto all’HHT Onlus, associazione che si occupa dei malati di Teleangiectasia Emorragica Ereditaria.

Nicoletta, il libro racconta il raggiungimento di un grande traguardo. Quale è stata invece la partenza?

Da un corpo azzerato, da rimettere letteralmente in piedi. Quando sono uscita dall’ospedale e sono tornata a casa mia, a Santa Giuletta, compiere qualsiasi piccola azione mi stancava terribilmente. Avevo perso (e a dire il vero non ho più recuperato) la vista da un occhio, ero spesso in stato confusionale, e il fisico semplicemente sembrava avesse perso ogni energia. Ho capito dopo qualche settimana che se lo avessi assecondato, non mi sarei mai più alzata dal letto.

E quindi, come ha affrontato la riabilitazione?

Dandomi un obiettivo nuovo ogni giorno. La prima volta è stato il giro intorno alla casa, poi il raggiungimento del primo lampione della via, fino a che un paio di mesi dopo ho conquistato il primo chilometro. Tutti i giorni sfidavo il mio corpo e arrivavo fino in paese, bevevo il caffè e tornavo indietro. Poi, cinque mesi dopo, incoscientemente ho deciso di affrontare l’anello del Lesima: sono sempre stata una sportiva, ho praticato Nordic Walking, trail running, ho sempre corso e camminato fuori pista, e ogni anno ho sempre quei cinque chilometri, affrontando con tranquillità i 600 metri di dislivello. Quel giorno, a metà strada, sono rimasta un’ora sdraiata in un campo, convinta che andare avanti fosse impossibile.

E poi cosa è accaduto?

Poi l’amico che era con me mi ha fatto forza, mi ha aspettata e spronata ad andare avanti. E allora ho capito che non è il corpo che comanda, ma la mente. E dunque la mente può convincere il corpo a fare qualunque cosa voglia.

Anche la via del sale.

Certo. Era un sogno che avevo nel cassetto da tanto tempo e che, nonostante tutte le difficoltà a cui sono andata incontro, sono riuscita a realizzare. Con questo libro volevo spronare tutti a fare come me, a non arrendersi mai. Anche per questo ho fondato l’associazione “Walking in Oltrepo”, con cui accompagno le persone lungo gli splendidi percorsi di un territorio che non solo amo, ma che è stato la mia palestra personale per mesi. Mi ha aiutato a rimettermi in forma, e alle sue colline devo moltissimo.

Il medico che l’ha curata

Battaglia vinta contro il male, ora la sua esperienza aiuta gli altri

A sostenere Nicoletta Aldecca nei suoi progetto e anche il chirurgo che l’ha operata, Elvis Lafe. Specialista in Neuroradiologia al policlinico San Matteo di Pavia, l’accompagna spesso nelle presentazioni: “Quella che ha avuto Nicoletta – spiega Elvis Lafe – si chiama Emorragia subaracnoidea, e deve la sua gravità al fatto che la fuoriuscita di sangue vernicia l’intero cervello, e non soltanto una parte. Le probabilità di farcela sono poche: cinque persone su dieci che ne soffrono non arrivano neppure in ospedale, due o tre subiscono danni permanenti di varia entità, e forse un paio riescono a rimettersi in salute.”

“Nicoletta ha fatto di più – conclude il medico – ha seguito un percorso durissimo ma meraviglioso ed è quasi tornata quella di prima. Ora lei usa la sua preziosa esperienza per aiutare gli altri.”

Articolo tratta da “La Provincia Pavese” di venerd’ 3 gennaio 2020 e scritto da Serena Simula.